domenica 8 marzo 2015

Mense, più croce che delizia?

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata al Capo del Servizio Immobili, per tornare ad affrontare una situazione insoddisfacente come quella del servizio di mensa. Come per l'orario di lavoro, in cui è evidente a tutti che il vero Osservatorio è il SIBC, anche sul servizio di mensa sembriamo gli unici interessati a esercitare un controllo serio e costante. Invitiamo pertanto tutti voi a segnalarci malfunzionamenti (o peggio!) scrivendoci sempre a segreteria@sibc.it !
Grazie sempre per la vostra collaborazione!


Da tempo assistiamo e denunciamo un graduale e costante deterioramento della qualità del servizio mensa presso diverse strutture della Capitale, da ultimo interessate anche dallo stato di agitazione dei dipendenti addetti.           
Il trascorrere del tempo ha aggiunto ulteriori conferme ai motivi di preoccupazione, rivolti sia al fronte qualitativo delle pietanze che all’aspetto lavorativo dei dipendenti addetti.

I LAVORATORI ADDETTI - Per questi ultimi, va segnalato che a tutt’oggi, a oltre cinque mesi dall’avvio del contratto, non sono stati ancora firmati i contratti di lavoro (!!), in quanto le condizioni proposte dalla nuova società aggiudicataria dell’appalto risultano essere fortemente peggiorative rispetto a quanto finora consolidato dagli addetti alla mensa in tanti anni di diverse gestioni.
Di qui deriva lo “stato di agitazione” del personale, che determina naturali ripercussioni negative anche sulla situazione della mensa per i dipendenti della Banca.
Poiché è impensabile che il “contratto al ribasso” stipulato dalla Banca sia fatto gravare su una classe di lavoratori meno tutelati, chiediamo che l’Amministrazione approfondisca al più presto la questione e garantisca la tutela delle condizioni lavorative e alimentari di tutti.
Tra l’altro, in questi giorni di agitazione del personale, nella linea di distribuzione si adoperano dipendenti della ditta con qualifiche impiegatizie, e che agiscono con padronanza inadeguata del lavoro. Sarebbe opportuno sapere se tali dipendenti abbiano l’abilitazione per erogare pietanze nella linea di distribuzione.
Segnaliamo inoltre che, presso il bar interno di via Nazionale, la continua scarsità di personale al mattino è tale che il sovraccarico di lavoro si concentra sul malcapitato barista di turno, che non può evitare il formarsi di lunghe attese (anche di venti minuti!) per prendere un caffè - tempi che gravano sull’orario di lavoro.

LA QUALITA' DEL CIBO - Riguardo alle pietanze servite, molti colleghi ci hanno segnalato uno scadimento significativo della qualità del cibo. Per più giorni consecutivi vengono riproposti gli stessi alimenti, verosimilmente avanzati, come le verdure cotte - troppo spesso congelate, quasi mai fresche - esposte per uno o due giorni, e la cui vetustà è riscontrabile persino dal colore delle stesse (ad es., il cavolfiore diventa violaceo quando cotto da troppo tempo). Talvolta tali verdure vengono utilizzate per la preparazione di tortini “omnibus” (presenti sistematicamente), le cui qualità nutrizionali sono ignote, non essendone indicata la composizione puntuale. O ancora, non sempre gli ingredienti appaiono “appropriati” e di “prima scelta” (ad es., nella "minestra broccoli e arzilla", il pesce sembrava essere salmone, non proprio indicato per preparare zuppe, mentre le verze avevano un insopportabile sapore amaro, riscontrato da tanti colleghi che hanno restituito i piatti pressoché integri nei carrelli).
La frutta appare di qualità scadente: ad es., i mandarini e le arance, che sono nel pieno della stagione, appaiono vecchi e secchi.
Non è un caso che - mentre a norma di contratto, le cibarie avanzate andrebbero rese disponibili per le associazioni umanitarie tipo Caritas etc. - risulta che a dette associazioni vengano consegnati solo pasta e riso in bianco, mentre piatti più costosi vengano conservati nei frigoriferi, con evidenti finalità di successivo riutilizzo.

I CONTROLLI - In questo contesto, mentre tuttora appaiono inevase numerose questioni da noi sollecitate (fra cui la necessità di consentire una pausa pranzo di 30 minuti a chi sceglie l'intervallo breve, ndr), e sui quali si era positivamente registrato un impegno del Servizio competente, risulta anche una presenza “discontinua”, in alcune mense, dell’apposita Commissione Mensa, che rischia così di favorire anomali comportamenti da parte di chi gestisce la cucina. E’ certamente opportuno aumentare la frequenza delle visite, anche in orari diversi, per verificare ad esempio la presenza di cibi avanzati dal giorno prima.

Il tema della Commissione ci induce a sottolineare come numerose problematiche sarebbero facilmente risolte in presenza di un sistema di controlli più rigoroso e “diffuso”. A tale fine, torniamo a sollecitare con forza un più accurato controllo dell’operato della ditta appaltatrice da parte della Banca, e inoltre:
  • l’istituzione della tanto annunciata WebApp;
  • la creazione di una casella mail intestata alla “Commissione mensa” alla quale i colleghi possano segnalare i disservizi;
  • il ripristino del menù come da capitolato, dal quale ci si è già sensibilmente allontanati, a scapito di qualità e valori nutrizionali, essendo oramai dilaganti tortini vari, piadine e piatti troppo pieni di ingredienti non dichiarati e troppo elaborati.           
Rimaniamo in attesa di un cortese riscontro alla presente, e chiediamo che sia convocato quanto prima un incontro con codesto, eventualmente anche in contradditorio coi responsabili della gestione della mensa e del bar.

Roma, 6 marzo 2015

                                                                       L'UNITA' PRODUTTIVA ROMA A.C.


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