martedì 25 giugno 2013

Appalti da asilo (nido)

Il Servizio PINE ha fornito una rapida risposta alla nota del SIBC del 18 giugno scorso.
Purtroppo, la risposta ricevuta non risulta coerente con le domande che avevamo posto.
A fronte delle richieste del SIBC relative all’assegnazione dell’appalto con un ribasso pari a quasi il 30% della cifra posta a base di gara, la Banca, non potendo smentire, ha taciuto.

Quel che è peggio, è che sulle richieste relative alla gestione del contratto di appalto, davanti alla domanda “come fai a evitare che il contenzioso prevedibile che discende dal maxi ribasso del quale ti sei avvantaggiata si ripercuota sul servizio erogato?” la Banca ha pilatescamente risposto che il contratto di appalto prevede “l’impegno del gestore a... riconoscere al personale assunto un trattamento annuo complessivamente non inferiore a quello corrisposto dal precedente gestore”.
Un collega che non conosca bene come funziona “mamma Banca”, potrebbe pensare che la risposta è rassicurante, o che addirittura il Sibc abbia preso fischi per fiaschi.

Non è così.
Una cosa è infatti ciò che la Banca scrive nel capitolato (esempio: vanno tutelati i livelli salariali del personale riassunto), altra cosa è l'effettivo contratto che il gestore stipula, ad esempio, con le maestre. E’ già avvenuto in passato. E cosa fa la Banca se il gestore, violando il capitolato d’appalto, propone alle maestre un inquadramento inferiore?

Quello che la Banca, in ogni settore, non riesce proprio a capire è che i contratti d’appalto vanno gestiti, non solo scritti.
Come dicevamo, non è neanche una vicenda nuova: anche l’Opera Montessori, per risparmiare sulle maestre che riassunse dal precedente gestore, le inquadrò con un contratto inappropriato (contratto del commercio), in violazione del capitolato definito dalla Banca. Le maestre scioperarono per diverse giornate, fecero causa al gestore e naturalmente vinsero, dopo di che ci vollero due anniperché il gestore desse attuazione alla pronuncia, per cui ci furono ulteriori giornate di sciopero.
In tutto questo periodo, la Banca d’Italia non fece assolutamente nulla(addirittura, in occasione degli scioperi non decurtò neanche il costo della retta del nido a carico dei genitori).

La continuità del servizio è un aspetto essenziale, che non può regolarsi con le penali ex post. Come sulla mensa o sulle pulizie, la Banca assegna appalti al massimo ribasso, poi se il gestore (per non subire perdite) non rispetta il capitolato – dando cibo scadente, usando prodotti deteriori per le pulizie o non usandone affatto, pagando le maestre meno di quanto dovuto – la Banca eventualmente applica le penali previste dal contratto ma non si preoccupa della continuità del servizio.
Nel caso di specie, questo ha un impatto fortissimo su una categoria non esattamente avvantaggiata, cioè le “neomadri”, visto che a parole la Banca sembra volersi occupare molto della parità, ma nei fatti dimostra l’esatto contrario, adottando politiche a risparmio proprio sui servizi di particolare pregio per i genitori di bambini piccoli.

Per tale motivo, la risposta della Banca appare totalmente inappropriata alla domanda rivolta, che ripetiamo meglio, sperando in migliore fortuna.
Noi vogliamo sapere:
  • cosa intende fare la Banca per evitare disservizi e quali strumenti intenda utilizzare per evitare contenziosi fra il personale e il nuovo gestore, che si ripercuoterebbero negativamente sul regolare svolgimento del servizio appaltato;
  • in quale modo abbia sensibilizzato l’appaltatore sul fatto che la continuità di questo particolare servizio è un aspetto di grande rilievo, al quale la Banca tiene molto perché il nido è "un punto qualificante della policy aziendale di attenzione alle pari opportunità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro" (non è vero, ma magari fuori non lo sanno).



martedì 18 giugno 2013

Asilo nido al ribasso

                                                           AL CAPO DEL SERVIZIO PINE

Oggetto: appalto asilo nido.

Risulta al Sindacato Indipendente Banca Centrale che l’appalto relativo al servizio di asilo nido della Banca d’Italia sia stato assegnato seguendo una logica puramente economica, con un ribasso vicino addirittura al 30% della cifra posta a base di gara.

Stando a quanto qui riferito, l'esigenza di riduzione dei costi per il nuovo appaltatore, logica conseguenza di un così rilevante ribasso di prezzo, avrebbe già indotto il medesimo appaltatore (la cooperativa sociale OR.S.A. che sostituirà l'Opera Montessori) – tenuto da capitolato a riassumere tutto il personale del nido già stabilmente inserito – a reinquadrare tutto il personale, indipendentemente dall’anzianità pregressa, al livello intermedio del contratto di categoria, con conseguenti decurtazioni retributive per una significativa parte dei dipendenti. Ciò avvantaggerà infatti il personale che verrà fornito direttamente dalla cooperativa, ma provocherà una remissione economica per le insegnanti stabili e più esperte.

Al riguardo, la scrivente Organizzazione chiede che sia prontamente fornita una specifica informativa sulle notizie sopra riportate. In particolare - nel caso di conferma di tali notizie - il Sindacato Indipendente chiede di conoscere con quali modalità l’Amministrazione intenda garantire che il cospicuo sconto da essa ottenuto in sede di gara non si traduca in un servizio di peggiore livelloper i bambini o, addirittura, nella discontinuità del medesimo servizio, nel caso di possibili contenziosi con il nuovo appaltatore determinati dal prospettato differente inquadramento retributivo di parte del personale.

E’ appena il caso di sottolineare come la penalizzazione del servizio di nido si tradurrebbe in una “cura” di minore livello verso bambini molto piccoli, ovvero nella decisione di tanti genitori di ritardare il più possibile il rientro al lavoro, introducendo così - in contrasto con le pubbliche dichiarazioni di principio del Direttorio - un ulteriore, evidente elemento di ostacolo alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per ogni collega.

Nel restare in attesa di un cortese, sollecito riscontro, inviamo distinti saluti.

Roma, 18 giugno 2013