mercoledì 11 settembre 2013

Commissione Alloggi dell'11 settembre.

Si è tenuta questa mattina una riunione della Commissione Alloggi, che ha assunto decisioni relative alla graduatoria del bando approvata lo scorso 4 marzo, volte a superare lo stallo della situazione per alcuni colleghi legittimamente assegnatari, e tuttavia bloccati nella situazione abitativa dai tempi imperscrutabili per raggiungere un pronunciamento del Tar su un ricorso presentato.

Nell’occasione, il Presidente della Commissione ha confermato l’intendimento di tenere, entro il mese di ottobre, una nuova riunione della Commissione per operare opportuni "aggiustamenti" su alcuni punti del Regolamento, recentemente rinnovato.
Fra i punti indicati, il Presidente della Commissione ha citato il “sistema di verifiche” sulle domande avanzate e sulle relative esclusione, la previsione di soglie di “tolleranza” per l’esclusione dalla garaper effetto di errori non significativi dal punto di vista reddituale, una diversa collocazione in graduatoria dei colleghi in esperimento, oggi radicalmente penalizzati, e una diversa politica sui cambi di alloggio, anche alla luce della presenza di ben sette alloggi non assegnati (due inoptati, più cinque rinunciati), fra quelli maggiormente onerosi.

Il SIBC ha accolto con favore l’idea di introdurre correttivi mirati al Regolamento, già da noi richiesti sin dal giorno dopo la riunionedello scorso marzo. Tuttavia, abbiamo rimarcato che lo slittamento dei tempi sembra far venire meno la possibilità di tenere un nuovo bando alloggi entro l’anno, slittamento ora caritatevolemente attribuito a una qualche “scarsità” di case disponibili.
Questo, a nostro avviso, è un fatto assai grave, anche perché in pi occasioni era stato enunciato l’intento di far uscire il nuovo bando.
A tale proposito, abbiamo evidenziato che già in passato numerosi bandi di gara contenevano un numero di alloggi di circa 50 abitazioni. Inoltre, abbiamo sottolineato il fatto che già nello scorso mese di aprile la Banca disponeva di almeno 42 alloggi liberi a Roma, che nel frattempo non possono che essere aumentati, in quanto gli eventuali cambi di alloggio regolati successivamente non possono in alcun modo aver provocato una riduzione del loro numero (ogni cambio determina la liberazione dell’alloggio precedentemente abitato).

Per tale motivo, il SIBC chiede con forza che siano rispettate le legittime aspettative dei colleghi e sia emanato un nuovo bando di gara in tempi certi, entro l’inverno, a tutela di tutte le colleghe e i colleghi interessati.

giovedì 5 settembre 2013

L'attenzione della Banca per i figli e le famiglie

Dopo una lunga battaglia, il SIBC ottenne nel 2010, insieme ad altre Organizzazioni sindacali, che venisse concesso un contributo spese per le famiglie con i figli all’asilo nido, fino a un massimo di 250 euro mensili.
La Banca concesse il contributo alle Filiali, ma non alle strutture romane: “A Roma ci sono gli asili di Banca”, proclamò l’allora Segretario Generale, forse ignaro che - essendo gli asili di Banca tutti sulla direttrice Centro-Tuscolana-Frascati, erano inservibili per chi abiti in parecche zone di Roma, tenuto conto della tragica situazione della viabilità cittadina.
Unica concessione (burla) era nella clausola secondo cui “qualora si realizzi una situazione di pieno utilizzo per un intero anno pedagogico” (per tutti gli asili, ndr) la Banca avrebbe esteso tali provvidenze anche ai dipendenti romani in lista di attesa.

Come ogni anno, abbiamo nei giorni scorsi  ricevuto la tabella riassuntiva relativa al livello di utilizzo degli asili. Il nido di via Panisperna (30 posti) ha registrato il 100% di presenza su tutti i mesi, quello di Largo Volumnia l’83,4% a via del Mandrione il 95%, mentre l’asilo di Grotte Portella ha registrato il 77%.
Percentuali altissime, derivanti dalla bontà del servizio prestato negli anni passati, ma anche da due dati di fatto esterni rilevanti:
a) notoriamente il Comune di Roma non fornisce questo servizio in modo sistematico e funzionale alle esigenze della compagine lavorativa;
b) il costo di un asilo privato è nettamente superiore a quello che si ottiene dalla Banca.


Queste percentuali dovrebbero far scattare una duplice responsabilità per l’Amministrazione: sia verso i colleghi che hanno i loro figli presso gli asili, e verso quelli che non ne possono fruire.

Chi ha scelto l’asilo di Banca per i propri figli, ha potuto constatare come il nuovo appalto sia stato cinicamente assegnato “al massimo ribasso”, come si trattasse di matite o gessetti, invece che di insegnanti e dei nostri figli. Ciò senza fornire, neanche quando espressamente da noi interrogata, rassicurazioni sul fatto che i risparmi di spesa conseguiti non si tradurranno in discontinuità del servizio o abbassamento dei livelli dello stesso. L’Amministrazione non ha neppure fugato i dubbi circa l’intenzione dell’appaltatore di applicare – per risparmiare a sua volta – un contratto illegittimo alle maestre che potrebbe innescare scioperi e conseguenti disagi per le famiglie.

Chi invece non può fruire del servizio di asilo nido, per eccessiva distanza o per copertura integrale dei posti a disposizione (Panisperna), ed è comunque escluso dal “contributo asilo nido” perché lavora a Roma, constata con amarezza che la Banca - anche in questo delicato settore - lesina risorse che riguardano la fascia più giovane della popolazione, che per ragioni anagrafiche è quella meno costosa.
Chi non può fruire del servizio, constata con stupore che - anche sotto il profilo di genere - i fatti contraddicono le belle parole di circostanza pronunciate anche dal Vertice in ogni occasione ufficiale e “mondana”.
Tutti capiscono che la disponibilità di un servizio di nido di buona qualità favorisce il rapido reinserimento lavorativo delle donne a lavoro, contribuendo ad attenuare quelle differenze di genere che sono certificate dagli stessi dati rilasciati dalla Banca. Tutti sanno che anche su questo terreno si gioca la comunicazione del “brand Banca d’Italia”, e che se ci credessimo davvero potremmo fare della nostra politica di cura dei bambini (childcare) un motivo di attrazione e retention dei talenti migliori, nonché un esempio per il Paese (o siamo di esempio solo quando si tagliano gli stipendi e si deportano i lavoratori?).
Persino nel corso del famoso “roadshow” della BCE, quasi metà della presentazione era stata dedicata all’illustrazione delle possibilità offerte di childcare; anche gli austeri tedeschi, per dire, sanno che questo è uno degli aspetti cruciali esaminati dalle famiglie quando si sceglie se accettare o meno un lavoro, quanto la composizione del salario e il sistema pensionistico.

Loro sanno che non tutto è monetizzabile. Noi l’abbiamo dimenticato? Per tutti questi motivi, il SIBC ritiene che sia ampiamente maturo il termine per riconsiderare la politica miope perseguita dalla Banca sui nidi aziendali, e più in generale l’intera politica nei riguardi della famiglia e del benessere delle persone.